TAV BRENNERO-VERONA DISASTRO IDRICO ANNUNCIATO

Riportiamo alla vostra attenzione un articolo che abbiamo pubblicato nel 2013 che è rimasto tristemente attuale....

Notav del Trentino 7 febbraio 2021

 "Non ci stancheremo mai di dirlo : il TAV è un'opera inutile ed anche pericolosa per la nostra salute e la nostra stessa sopravvivenza !! Naturalmente il promotore dell'opera, la Provincia di Trento, tace sui temi più scottanti tant'è vero che sul sito informativo della nuova ferrovia ad alta velocità del Brennero ci sono solamente alcuni filmati che, ovviamente, non dicono tutto quello che servirebbe sapere.

Abbiamo raccolto, in questo documento, alcuni passaggi significativi sul problema idrico che creerebbe l'opera senza modificarne i contenuti per farsi un'idea più precisa. "

 

Estratti dalla relazione idrogeologica del TAV Brennero-Verona

( Progetto PAT – ACTP-10.01.01.08V1R0 del 31.03.2008 )


pag.5 -
A sud di Mattarello le gallerie di progetto del tratto prioritario e del tratto di completamento Sud potranno intercettare in profondità l’acquifero principale, drenando risorse non captate (“riserve”) afferenti a circuiti profondi con tempi di percorrenza di diversi anni, se non decennali. Richiamando quanto peraltro sottolineato nel Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche3 della P.A.T., gli effetti di questo drenaggio molto probabilmente non si manifesteranno immediatamente, ma dopo molto tempo, e si ritiene opportuno avviare indagini e studi sull’entità degli effetti a lungo termine.

 

pag.37 - Si hanno quindi indicazioni che le sorgenti dell’area della Vigolana, per il tipo di circolazione che le caratterizza, non dovrebbero essere impattate dai lavori di realizzazione della galleria ferroviaria, mentre vi è una aliquota di risorsa consistente per la ricarica degli acquiferi profondi del massiccio carbonatico (acquifero principale).

 

pag.39 - Sul versante, come nel tratto ad Est di Rovereto, si hanno solo poche emergenze. Tra esse le più importanti sono al servizio dell’acquedotto di Ala e sono in fase di studio

 

pag.42 - Le complicazioni progettuali possibili sono:
1. possibilità di cedimenti per subsidenza indotta dal pompaggio nei dintorni del cantiere, con danni ai fabbricati. Questo rischio potrà essere ridotto adottando un confinamento artificiale, che consenta di ridurre le portate di emungimento e di limitare l’area di influenza del pompaggio.
2. nella zona in cui il tracciato ferroviario viene interrato l’acquifero è inquinato, per la presenza del sito contaminato di interesse nazionale Trento Nord. Gli emungimenti possono comportare il richiamo di acque inquinate verso l’area di cantiere, con le complicazioni conseguenti (impossibilità di scarico in corsi d’acqua, estensione dell’inquinamento
).

 

pag.44 - Nel bacino sotteso da questa tratta, sino all’asta del Fersina e con l’esclusione delle fonti collegate alla faglia Trento - Roncogno, si trovano 23 sorgenti poste nella zona tra Martignano, Cognola e Ponte Alto, con portata complessiva di circa 200 l/s. Di queste, 3 sorgenti si trovano a meno di 400 m dal tunnel, e 8 sono presso faglie che intersecano il tracciato.

 

Pag.44 - Sono da attendersi consistenti venute d’acqua in galleria all’intersezione le faglie NNE-SSW, che rappresentano un asse di deflusso preferenziale e lungo le quali si sono verosimilmente innescati, come del resto in tutta la regione, deflussi a genesi tettono-carsica. Tra le progressive 3930 e 4930 si avranno le condizioni di maggior drenaggio. La copertura relativamente ridotta favorirà l’instaurarsi di un drenaggio a lungo termine in prossimità della superficie, con impatto sulle risorse collegate a strutture tettoniche, anche laddove affiorano litotipi a bassa permeabilità.
Le portate delle singole risorse che potranno essere impattate sono in genere alquanto ridotte. La risorsa per la quale il rischio idrogeologico è maggiore è la sorgente Ponte Alto, al servizio dell’acquedotto cittadino
[Trento], con una portata di circa 45 l/s, per la quale andrebbero adottate misure compensative.

 

pag.56 - Nell’ampio bacino del rio Cavallo sono state considerate 75 sorgenti. Di queste solo 5 si trovano a distanza inferiore a 500 m dal tunnel, ma ben 22 si trovano presso linee di faglia che sono intersecate dal tracciato. Di queste, sono particolarmente importanti, per portate e utilizzo: la sorgente Chior (con portate da 20 a 30 L/s, al servizio dell’acquedotto di Folgaria); le sorgenti Rozzette (portate da 5 a 12 L/s, acquedotto di Besenello), la sorgente Ondertol (con portate da 3 a 12 L/s, acquedotto di Folgaria). A circa 3 km dall’asse del tracciato si trova una importante opera di presa idroelettrica sul rio Cavallo, che trasferisce in galleria parte delle acque del rio alla centrale di Rovereto

 

Pag.57 - E’ indubbio che si avranno comunque impatti consistenti sulla parte profonda dell’acquifero, ancorchè non captata. [Tratta Besenello-Calliano]

 

Pag.58 - Le venute d’acqua in galleria corrisponderanno alle zone di fratturazione carsificate e, in assenza di misure progettuali di mitigazione, gli impatti del drenaggio si potranno eventualmente risentire a maggiori distanze e sul lungo termine, per progressiva estensione della zona di influenza del drenaggio lungo le linee tettoniche intersecate.

 

Pag.59 - Il tracciato, intorno alla progressiva 28000, entra nel termine più permeabile (per fratturazione e carsismo) dell’acquifero principale, intersecando le faglie a direzione scledense (NW-SE). Queste, in direzione SE, si addentrano nel territorio del Pasubio, area di ricarica delle più importanti risorse idriche della zona, costituite da sorgenti tettono-carsiche: la sorgente “Spino” (portata minima 600 L/s, al servizio degli acquedotti di Rovereto e Trento), la sorgente “Molino” (portata di 25-50 L/s, non captata), le sorgenti “diga Toldo” (portata 30 L/s, utilizzate per itticoltura).

 

pag.63 - Per quanto concerne la possibilità di venute d’acqua in galleria, vale quanto detto in precedenza circa il deflusso preferenziale nelle zone di faglia in ambiente tettono-carsico, rafforzando il concetto, in quanto in questo tratto la galleria è entro calcari e non dolomie. Lo scavo della galleria serbatoio di Rovereto entro le rocce del Gruppo dei Calcari Grigi (quota di uscita 283 m s.l.m.) incontrò in alcuni punti venute d’acqua consistenti, con “inrush” e un crollo di roccia, e portò all’estinzione temporanea di alcune sorgenti, rimediata con opere di impermeabilizzazione del cavo (lamine di acciaio inox e cementazione dell’intercapedine tra queste e la volta).

 

pag. 64 - Nell’area sottesa da questo tratto di tracciato le risorse idriche sono relativamente poco numerose (15 sorgenti) e limitate come portata, ma il 30 % di esse è prossimo a faglie che verranno intersecate dal tunnel, ed il 20 % è a distanza minore di 800 m dal tunnel. Sono quindi da prevedere misure compensative nei riguardi degli utilizzatori delle stesse. [Siamo nella zona di Serravalle]....

pag.88 - Da un punto di vista pratico va quindi rilevato che eventuali captazioni in sotterraneo da parte della galleria, qualora aventi portate totali superiori all’ordine di 200-300 litri/secondo, potrebbero portare, sul lungo periodo, ad un depauperamento della risorsa. [Si parla del tratto in galleria a sud di Ala.]...
pag.90 - E’ previsto il ritorno del tracciato in galleria poco a valle di Santa Margherita, ed è altamente probabile che al contatto tra la Dolomia dello Sciliar e la Dolomia Principale, in zona di faglia, si possano incontrare forti venute d’acqua a carattere permanente.



Estratti dalla relazione idrologica del TAV Brennero-Verona

( Progetto PAT – ACTP-10.04.00.08V0R0 del 31.03.2008 )

 

pag.25- Lago di San Colombano (o di Toldo)
Lago di sbarramento idroelettrico sul torrente Leno, formatosi a seguito della costruzione nel 1966 di una diga di altezza 68 metri; il volume totale di invaso è di 2.5 milioni di metri cubi.
Distanza dal tracciato circonvallazione di Trento e Rovereto: 0.3 km
Il substrato roccioso è costituito da Dolomia Principale. La cartografia geologica non segnala elementi strutturali corrispondenti a questo tratto di valle del Leno, che pure ha un allineamento orientato in direzione scledense, e che viene intercettato dal tracciato. Per poter escludere qualsiasi impatto, vista la vicinanza del tracciato alla
diga, si ritiene opportuno un approfondimento di dettaglio della situazione strutturale

 

 

Le problematiche relative all'impatto dell'opera sulle risorse idriche della provincia di Trento sono così ampie tanto da far venire i brividi !!! Non serve inventarsi niente per opporsi al TAV, basta leggere i documenti di progetto dell'opera per farsi un'idea precisa. Ma il mondo politico tace sull'argomento, non è periodo per tirar fuori certe problematiche, ci sono le elezioni e poi... bisogna partire con i cantieri come annunciato da Pacher qualche mese fa.

 

come diciamo sempre in tutte le nostre uscite pubbliche :   

 

TAV – FERMARLO SI PUO', FERMARLO TOCCA A NOI !!