Vallo-tomo di Mori : la protesta dei cittadini

Comunicato del 2 dicembre 2016

Numerosi attivisti NOTAV hanno deciso di aderire alla protesta dei cittadini di Mori contro la costruzione del vallo-tomo in località Prearua sopra l'abitato di Mori, la motivazione è quella di evitare un ennesimo scempio ambientale mascherato, nemmeno tanto abilmente, da ragioni di sicurezza pubblica.

I lavori sono stati fermati da decine di persone determinate che si sono messe davanti alle ruspe sia ieri che oggi e che vogliono essere ascoltate dalle istituzioni perchè esistono delle soluzioni tecniche migliori di quella che la Provincia vuole realizzare con questi lavori appena iniziati.

Gli appuntamenti sono : questa sera alle 20.00 al presidio di Rosanna e domenica per una bellissima camminata tra le Fratte di Mori !! Partecipiamo numerosi !!!

 

Quando la misura è colma. Contro la repressione ai danni dei no Tav.

 

Quando la misura è colma.

 

Contro la repressione ai danni dei no Tav.

 

 

 

La montagna ha partorito un topolino. Ma è un topolino che fa male: la foto di Marisa, indomita 71enne pur costretta ad appoggiarsi ad un bastone, che dal 21 giugno deve recarsi alla stazione dei carabinieri per l'obbligo di firma a cui è sottoposta, è il risultato più grottesco della nuova operazione della Procura di Torino contro il movimento No Tav, o meglio contro la gente della Val Susa e non può che suscitare innanzitutto indignazione da parte di ognuno con un po’ di coscienza.
Il 21 giugno 20 No Tav di ogni età hanno ricevuto altrettanti avvisi di custodia cautelare: 2 in carcere (poi annullati per vizi di procedura), 9 ai domiciliari e gli altri/e obblighi di firma. Ad un anno dalla manifestazione del 28 giugno queste le conclusioni del magistrato Rinaudo, noto “pm con l’elmetto”.

 

Quella domenica, l’invito del popolo della Val Susa a ricordare il violentissimo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena, era stato raccolto da migliaia di persone, uomini, donne, ragazzi, bambini da ogni città. Un unico comune denominatore: la difesa dell'ambiente, della terra, dell'acqua, dell'aria pulita, un No alle devastazioni, un No al Tav.
Il divieto prefettizio di percorrere strade che appartengono da sempre solo agli abitanti e non alle truppe di occupazione ed allo Stato che rappresentano, era stato violato. Due cancellate, appositamente erette per impedire l'accesso alla centrale di Chiomonte, turpe simbolo della militarizzazione di una intera valle, erano cadute durante un “tiro alla fune” collettivo. Due azioni durate pochi minuti, colpite duramente sul campo: uso dell’idrante ed una infinità di lacrimogeni da una parte, coraggio, determinazione e qualche petardo dall'altra. Nessun scontro diretto. Come sempre molto diversa la realtà da quanto poi la raccontano i mass media.
A manifestazione conclusa, un furgone (nessun segreto, aveva anticipato il corteo per tutto il giorno), viene fermato e controllato. A bordo rinvenuto vario materiale, molto autocostruito, kway, qualche maschera antigas, occhialini da piscina, petardi, bottigliette d'acqua, qualche bastone ...  Il giorno dopo la Digos lo mostra "orgogliosa" a tv e giornali e si torna a parlare e sparlare del fantomatico blocco nero. A bordo di quel furgone aveva trovato un passaggio Marisa e non poteva essere diversamente date le sue difficoltà di deambulazione. Per questo un anno dopo Marisa, 71 anni, è una pericolosissima black bloc, costretta a firmare ogni giorno dai carabinieri perché, secondo la Procura, potrebbe scappare.
Ma scappare dove, lei e gli altri ultrasessantenni colpiti da ugual misura? Tutte persone che da 20 anni non scappano e lottano per la loro terra, per lasciarla uguale a figli e nipoti, mettendoci senza paura la propria faccia in ogni momento? Ed adesso vorrebbero fuggire?
Siamo di nuovo all'incredibile, al grottesco, al ridicolo se non fosse che va a vigliaccamente ledere la libertà dei nostri compagni e dimostra per l'ennesima volta la feroce volontà persecutoria e vendicativa dello Stato.

Quella domenica molti No Tav del Trentino c'erano, con lo striscione del presidio Acquaviva e Resistente in bella vista.
E ci siamo un anno dopo ad esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà.
Ma oggi c’è molto di più.
In una affollatissima, spontanea assemblea a Bussoleno, alcuni dei No Tav sottoposti alle misure ristrettive, hanno dichiarato pubblicamente che non le rispetteranno, perché considerate illegittime. Il carcere non spaventa e non li ferma. Da quel giorno si è creato un presidio permanente a difenderli, una barriera umana che appoggia concretamente la loro scelta.
Non possiamo che fare nostri questo atto di coraggio, coerenza e determinazione che da preziosa linfa, a dimostrare che il sentiero intrapreso da ovest ad est delle Alpi è quello giusto e nessuno può fermare la lotta NoTav.

Tutte e tutti liberi subito!

 

26 Giugno 2016 Presidio No Tav Acquaviva Resistente (Trento)

 

FUORI I DATI!!

 
 
Questa mattina, 28 settembre, un gruppo di attivisti no tav si è recato nella zona di Mattarello perchè era stata avvistata una trivella sospetta, senza transenne nè segnalazione.
Il direttore dei lavori, giunto in fretta da Bolzano perchè chiamato dagli operai, ha spiegato che RFI deve allestire un cantiere di un anno per aggiungere un binario di sicurezza alla linea ferroviaria, lavori che non c'entrano con il TAV.
E' probabile che sia così, e pensiamo che sarebbe davvero sfacciato se i "dati" di quel carotaggio "travasassero" nel progetto preliminare del TAV. Ma siccome di balle ne abbiamo sentite tante (vi ricordate l'assessore Gilmozzi che diceva che la trivella a Marco, funzionale al TAV, serviva per le.....barriere antirumore), e siccome le istituzioni sostengono che la popolazione è favorevole al TAV, pretendiamo che  Provincia e RFI pubblichino i progetti delle trivellazioni funzionali al TAV, dopo che la mobilitazione popolare dell'ottobre 2014 le aveva fermate.
Altrimenti ogni trivella sarà sospetta e passibile di blocco. 
Tenere nascosti i progetti è segno di disprezzo per la popolazione e di debolezza. Chi è sicuro della bontà dei propri progetti li espone pubblicamente.
Anche le menzogne istituzionali secondo  cui il TAV Verona-Monaco lo vuole l'Europa ha ormai le gambe corte. Di fronte alla possibilità che non si finanzino le "tratte di accesso" al tunnel di base del Brennero (cioè 70 km di gallerie solo in Trentino) è la Provincia di Trento a chiedere i soldi per un'opera  devastante e inutile (persino in Europa si sostiene ormai che la linea attuale è sottoutilizzata).
Pretendiamo la pubblicazione dei siti dove sono previsti i carotaggi e i tempi di realizzazione. 
Siamo gente cocciuta. E le levatacce non ci fanno paura!
Per continuare la mobilitazione e decidere che passi fare tutti insieme 
              ASSEMBLEA AL PRESIDIO PERMANENTE ACQUAVIVA 
                 E RESISTENTE - SABATO 3 OTTOBRE ORE 14,00
Partecipiamo numerosi! Serve il contributo di tutti.
 
Assemblea del presidio

Trivella alle Novaline: racconto e riflessioni su una giornata di resistenza bella e importante.


 Partiamo dal dato più importante: la trivella portata di nascosto e scortata dalla Celere alle Novaline (Mattarello) non ha scavato nemmeno un centimetro di terra

.
La pronta risposta dei no tav, che all'alba si sono dati appuntamento nella piazza di Mattarello, ha permesso di bloccare la trivella per tutta la giornata di mercoledì (i lavori sono fermi anche oggi). Una cinquantina di noi - chi
all'entrata del cantiere, chi attorno, chi sopra la trivella - ha colto una falla nel controllo poliziesco e la trivella non ha potuto lavorare. Dalle 6,30 alle 19,00 la presenza di no tav è stata costante, fino all'assemblea serale che si è svolta a Mattarello.
L'avevamo detto in un'affollata assemblea popolare a Marco, dopo i tre giorni e tre notti di presidio-blocco della trivella dell'ottobre 2014: impediremo qualsiasi lavoro preliminare al TAV perché funzionale ad un'opera inutile e devastante.


Siamo donne e uomini di parola. La presenza della polizia in tenuta
antisommossa, che non ha lesinato spintoni e manganellate, dimostra una volta di più che la messa in scena dell'Osservatorio con cui informare e dialogare sull'opera è uno specchietto per le allodole: la Provincia fa le cose di nascosto e con la forza.
La stampa ha dato ampio risalto alle denunce contro una ventina di no tav
all'evidente scopo di spaventare. Anche le denunce fanno parte della lotta, e chi le ha prese lo ha fatto per impedire un'opera che devasterebbe il territorio di tutti, a partire proprio dalla zona di Mattarello. Per questo ha tutto il nostro appoggio.
Il movimento no tav - che qui in Trentino ha ormai dieci anni di storia - è
articolato e composito, come hanno dimostrato le partecipate manifestazioni e l'acquisto di un terreno in più di settecento. Non chiede certo a tutti di farsi portar via di peso dalla polizia o di rimanere 11 ore su una trivella. Ma ora è importante ribadire che alle Novaline a bloccare la trivella c'eravamo tutte e tutti, perché chi era lì ha fatto quello che abbiamo sempre detto: bloccare e  resistere. A questo dovranno servire la fiaccolata di sabato 31 ottobre a Mattarello e il corteo di sabato 14 novembre a Trento. A far vedere che ci siamo, che non ci facciamo prendere in giro e che non abbiamo paura. A far vedere che la Provincia mente quando dice che "quest'opera la vuole l'Europa" e che in Trentino c'è consenso al riguardo. Quando si mente sulle trivelle (vi ricordate Gilmozzi sul carotaggio di Marco che sarebbe dovuto servire per le barriere
antirumore, smentito prima dai no tav e poi da RFI?); quando si cambia apposta la legge urbanistica per poter far sondaggi di nascosto; quando non si dice nulla sullo stato del progetto preliminare per la tratta trentina del TAV (quello del 2011 è stato ritirato); quando si manda la polizia in tenuta antisommossa si dimostra di disprezzare e allo stesso tempo di sottovalutare la popolazione.
Come a Rossi e soci, anche alla Land Service - la ditta incaricata dei sondaggi - non è bastata la lezione di Marco. Forse contava sulla protezione della polizia, e invece la trivella è rimasta sola soletta per tutta la notte e oltre. I tecnici della ditta si lamentavano che qualcuno avesse strappato dei cavi della trivella, che ora sembra da sostituire. Che per il profitto si possa lavorare ad un'opera devastante come il TAV, che migliaia e migliaia di persone non vogliono in tutta Italia, è una pretesa inaccettabile. Non sarà certo la Land Service a ripagarci per
le falde acquifere prosciugate, per le polveri sottili respirate, per le montagne ferite, per le condizioni di vita peggiorate. Gli interessi in ballo sono troppo alti perché si ascolti la popolazione se quest'ultima non alza la testa e dice forte e chiaro che opporsi è giusto e possibile. Al nostro futuro dobbiamo pensare noi, senza delegare nessuno al posto nostro.
Ancora una volta gli abitanti di una zona - in questo caso Mattarello - hanno
saputo di trivelle, cantiere e polizia solo ed esclusivamente dai no tav, mentre chi governa blatera di trasparenza. E non si può non notare come, proprio mentre i no tav fermavano una trivella mandata da RFI, il presidente delle Ferrovie veniva arrestato con l'accusa di aver dato e preso mazzette per dichiarare utili opere che non lo sono.
Francamente, è molto meglio rischiare per difendere la terra e la libertà.
Un grazie alla Val Susa per l'esempio.
Un grazie a chi ha resistito alle Novaline per il futuro di tutti.
Altre trivelle? Siamo pronti.
Besenello, 29 ottobre 2015
assemblea del movimento no tav

CHI TOCCA UNO TOCCA TUTTI

 
Il prossimo 10 settembre Massimo, un compagno del presidio permanente No Tav Aquaviva e Resistente, dovrà comparire in tribunale.
Per lui è stata chiesta la "Sorveglianza Speciale", una misura di punizione preventiva che può essere applicata a chi, agli occhi di procura e polizia, rappresenta "una minaccia per la pubblica tranquillità". La Sorveglianza Speciale è una misura che mira a isolare socialmente la persona colpita (ad esempio gli è fatto divieto di partecipare ad assemblee, frequentare luoghi pubblici, parlare con più di tre persone contemporaneamente, e molto altro) in modo da impedirle di diffondere il suo pensiero e le sue pratiche. La misura è talmente arbitraria che per applicarla non è necessaria una condanna, una prova o un indizio specifico. Per capirci, nella specifica richiesta per Massimo, in un passaggio dell'incartamento compare questa dicitura: "Anche dalle sentenze di assoluzione possono essere ricavati elementi indiziari certi utilizzabili...", insomma, anche da "innocente" Massimo rappresenta un pericolo, ma per chi?
Questo provvedimento, che affonda le sue radici nella monarchia sabauda e si è consolidato durante il fascismo, tocca in questo caso Massimo ma  dal nostro punto di vista rappresenta una minaccia a tutto il movimento No Tav, un'intimidazione rivolta a tutte e a tutti noi.
Non possiamo infatti non collegare questa richiesta anche alle parole di Mauro Fabris (Commissario straordinario per le Opere di accesso Tunnel del Brennero) il quale lo scorso dicembre in una serata informativa sull'opera a Dolcè dichiarava: «La zona di Trento è in assoluto il punto più critico per la realizzazione del Tav, per la sua tradizione di lotta studentesca legata a Curcio e agli anarchici.>> (ricordiamo che Massimo è un  anarchico noto nella zona).
Rifiutiamo sia l'equazione No Tav=Anarchici, che l'intimidazione con la quale vorrebbero farci desistere dall'opposizione a quest'opera inutile e dannosa - questa sì! - per la tranquillità della valle.
Massimo è uno come tanti di noi che lotta con generosità e determinazione contro il TAV. Chi tocca uno di noi tocca tutti, esprimiamo dunque la nostra solidarietà nei suoi confronti e la determinazione a essere al suo fianco nell'opporci a questo provvedimento fin dall'udienza del 10 settembre, e continueremo anche se dovesse essere effettivamente applicata a lui o ad altri.
Per il 14 di Novembre è in programma una nuova grande manifestazione a Trento che ribadirà il nostro No alla costruzione del TAV, Massimo sarà con noi, Sorveglianza Speciale o no.
Assemblea del presidio permanente No Tav Acquaviva e resistente del 30 agosto 2015